MUSICA x TUTTI

 

LE MIE PRIGIONI

carcereUn po’ per caso (in realta’ grazie ai progetti nel sociale dell’Orchestra Mozart) un giorno di qualche anno fa mi sono ritrovato nel carcere di Bologna a suonare la Sinfonia Haffner di Mozart con i miei compagni d’orchestra. Un concerto che aveva come pubblico uomini, donne, molte con i loro bambini piccoli, rinchiusi entro 4 mura da chissa’ quanto tempo, e per chissa’ quanto ancora. E’ stato molto strano, una sensazione agrodolce: portare sollievo a criminali, ladri, “farli evadere” dalla loro reale e giustificata (spero) prigionia. Giusto, sbagliato? All’inizio non capivo. Poi abbiamo iniziato a suonare… al di la’ della fitta cortina di poliziotti e secondini, il silenzio piu’ totale. Avevamo creato la magia, e io capii. Persone che hanno sbagliato, condannate per le loro malefatte e crimini. Ma comunque persone. Uomini, con un’anima, un cuore che batte, che puo’ emozionarsi per le cose belle, a cui magari non e’ mai stato abituato o educato. Individui a cui la musica puo’ dare molto. Perche’ la musica e’ per tutti, deve esserlo! non fa differenze, di condizione, di estrazione, di razza, di eta’… e’ un diritto che deve essere concesso a tutti, da garantire ai bambini che crescono, ai poveri che si disperano, ai malati che soffrono… e cosi anche ai ladri, agli assassini, agli stupratori… ma anche agli avvocati, ai politici, ai re… perche’ facciano il loro lavoro con piu’ umanita’ e onesta’!

Quel silenzio, quell’attenzione, quella concentrazione, quegli sguardi lontani, ma forti e decisi, che per la prima volta riuscivano a guardare lontano davvero, oltre le mura, le inferriate, le sbarre, i cancelli, oltre gli errori, gli sbagli, i delitti, oltre la loro vita, la loro esperienza, la loro condizione… e mi piace pensare che grazie a quei momenti di raccoglimento e ispirazione, qualcuno sia anche riuscito a guardarsi dentro, a guardare la propria totalita’, a vedersi in un ideale specchio. per una valutazione, magari un pentimento, un rimorso…

Mai sottovalutare il potere della musica, quello che le note possono fare all’animo umano.

Da quel giorno ho sempre curiosato intorno a questa facolta’ di cui anche io potevo essere portatore! come un medico, come un volontario, fare qualcosa di concreto per aiutare le persone meno fortunate di me, che per qualsiasi ragione non sono riuscite a trasformare, coltivare e sviluppare il proprio talento. O che non hanno ancora incontrato la “bellezza”.

Da quell’esperienza, le “mie prigioni”, ho abbracciato con entusiasmo il Progetto Tamino nell’ospedale pediatrico di Bologna, Al Kamandjati (di cui trovate un abbondante resoconto nel Diario da Ramallah), Musicisti senza Frontiere, l’Orchestra Mozart per l’Abruzzo… e presto spero di raggiungere gli amici di Caracas per rendermi conto da vicino del miracoloso Sistema Abreu!

Da questa pagina potrete conoscere meglio questi progetti importantissimi, e spero possiate cosí avvicinarvi a questa idea, a questa mentalita’. Sono convinto che il nostro pianeta, la nostra societa’, il nostro animo, sarebbero molto differenti, decisamente migliori, se ognuno mettesse il proprio Talento a disposizione della comunita’, di chi soffre, di chi ha avuto meno fortuna, occasioni, mezzi, di chi non ha possibilita’ per fare esperienze culturali, sociali, umane…

 

 

 

”Noi Musicisti abbiamo il dovere di essere persone migliori, in quanto conoscitori della vera fonte della felicitá.”

[Pablo Casals]

Una risposta

31 05 2009
Amelia

Che belle le cose che hai scritto!
“la bellezza salverà il mondo” diceva Dostoevskij, e sono profondamente convinta che ci sia molto di vero in queste parole. Solo l’arte, e nessun arte come la musica ha il potere di elevare lo spirito, di raffinare gli animi, di migliorare l’esistenza insomma.
E che bella l’idea che un musicista come te possa, come un medico, essere “un portatore” della bellezza.
E’ come se, in quest’ordine di idee, l’arte riacquistasse il suo valore più antico, un ruolo sociale, si facesse ancora una volta foriera di una missione fondamentale per la crescita del genere umano.
E ritrovare un posto per l’arte nel degrado della nostra società è forse ciò di cui abbiamo più bisogno.
Bravo continua così!

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