Katanga is back

20 01 2013
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Vattani prima

Vi ricordate di Mario Vattani?

Il fascio-rocker, noto negli ambienti neo fascisti con il soprannome Katanga, figlio di un importante diplomatico, e leader dei gruppi di musica “alternativa” di destra “Sottofasciasemplice” e “Intolleranza”, fino al 2012 era, per chi non lo ricordasse o non lo sapesse, il nostro Console generale a Osaka. Fino al 2012, quando, dopo un’esibizione organizzata un anno prima da CasaPound a Roma in cui il rocker interpretava pezzi inneggianti al fascismo, fu deferito dalla commissione disciplinare della Farnesina (con la seguente motivazione: “l’apologia del fascismo non è compatibile con il ruolo di servizio allo stato né con la tradizione della diplomazia italiana”) e rimosso dall’incarico.

Bene.

Ma la favola continua.

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Vattani dopo

Vattani infatti ha appena accettato la proposta di Francesco Storace, leader del movimento La Destra, di diventare il capolista di questo partito alle elezioni per il senato nel collegio del Lazio. Il Fasciorocker scarica quindi CasaPound e si allea con l’ex autista di Almirante, ex deputato e presidente della regione Lazio (per cui si sta ricandidanto), e alleato di Berlusconi. Dichiara l’ex console: “Lavoravo molto bene in Giappone. Non conosco altri diplomatici del mio livello che parlino così bene il giapponese”. Modesto. “Volevo occuparmi di arte e di musica”. Confortante.

“La richiesta di portarlo a palazzo Madama come capolista è stata sollecitata dalla segreteria regionale della Campania” ha spiegato Storace, che ha definito Vattani “un diplomatico coraggioso”.

Eh sì, ci vuole tanto, tantissimo, coraggio.

 





Nasce “Musicisti Senza Frontiere”!

1 06 2009

 

 

Alessio Allegrini

(ANSA) – ROMA, 20 maggio – E’ nato ‘Musicisti senza frontiere’, un movimento a difesa dei diritti umani fondato dalle associazioni musicali di varie parti del mondo. Hanno gia’ aderito decine di musicisti appartenenti ad alcune delle maggiori orchestre internazionali. Inoltre e’ stato costituito un comitato d’onore in cui figurano tra gli altri Claudio Abbado, Martha Argherich, Giorgio Battistelli. Lanciato dal movimento un manifesto per la diffusione attraverso la musica dei punti principali dei diritti umani.

 

Claudio Abbado

(GiornaleDellaMusica) – “Musicisti senza frontiere” è un movimento autogestito di musicisti, nato nei mesi scorsi e già presente in molte parti del mondo, dal Giappone al Venezuela e alla Palestina; ora grazie a Alessio Allegrini, primo corno dell’Orchestra di Santa Cecilia, e a Guido Barbieri, critico musicale, è arrivato anche in Italia. Rispetto ai confratelli stranieri il movimento italiano ha la caratteristica di essere formato da musicisti d’estrazione prevalentemente classica, provenienti da alcune delle maggiori orchestre italiane ed europee e tutti animati dall’intenzione di mettere la musica “d’arte” al servizio della “cultura” dei diritti umani. Il sogno è costituire tante Human Rights Orchestra nei vari paesi e poi gruppi, ensembles e orchestre da camera. Recentemente una grande Human Rights Orchestra nippo-italo-palestinese ha già suonato a Osaka. A Cagliari una Human Rights Orchestra in Sardegna ha suonato per il diritto all’istruzione. Sullo stesso tema nel prossimo luglio la prima Human Rights Orchestra in Italy parteciperà a un intero festival a Como e dintorni. Sono in programma un concerto a Lampedusa per i diritti dei migranti, un festival tra le rovine di Gaza, un concerto in Giappone per l’anniversario della bomba su Hiroshima e molto altro.

 

Daniel Barenboim

(ilGiornale.it) – “Musicisti senza frontiere” per la difesa dei diritti umani. E’ un movimento appena nato – presentato il 20 maggio a Palazzo Madama nella sala Caduti di Nassiriya (Roma) – il cui scopo principale è tutto nella sua denominazione. E’ un movimento trasversale, nazionale e internazionale, che vuole coinvolgere il numero più alto possibile di musicisti. Nel comitato d’onore figurano personaggi del calibro di Claudio AbbadoAntonio Abreu,Martha ArgherichDaniel BarenboimGiorgio BattistelliJulian FuferHelene GrimaudDiego Matheuz. Dunque anche la musica, dopo il teatro, scende in campo. In questo caso si tratta di un gruppo di musicisti che he deciso di mettere il potenziale della pr

opria arte a disposizione di regole e diritti riconosciuti dalle Nazioni Unite nel 1948. In un manifesto, di cui è  stata data lettura nel corso dell’incontro, si afferma che “la musica, la poesia, la letteratura, il teatro, le arti visive, la danza, possiedono un formidabile potere in grado di creare la diffusione e la circolazione delle idee”. In particolare, “la musica, grazie alla sua capacità di parlare senza parole, possiede un potere maggiore…”. Presto, per tradurre subito le parole in fatti, nascerà un’orchestra, la “Himan Rughtd Orchestra”, un strumento di intervento nelle campagne per l’affermazione e la difesa dei diritti umani. Non avrà un direttore stabile, né elementi fissi, verrà formata di volta in volta da musicisti volontari. Ogni concerto sarà un’occasione per eseguire pagine musicali “storiche e contemporanee, senza confini come di diritti umani richiedono”. 

Ramzi Aburedwan

Alla giornata di presentazione hanno parteciparto Shizuo Matsumoto, docente alla Ryukoku Universty di Shiga (Giappone), Alessio Allegrini, primo corno della Lucerne Festival Orchestra dell’Orchestra Mozart e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Ramzi Aburedwan, viola e presidente dell’associazione Al Kamandjati di Ramallah, Johanee Jesus Gonzales Seijas, primo contrabbasso dell’orchestra Mozart di Bologna, e Guido Barbieri, critico musicale.

 

Prossimo concerto della Human Rights Orchestra

Colico, Lago di Como: 25 luglio 2009, Festival Musica sull’Acqua

per info e biglietti cliccare qui