Il muro di Como (…e il suo zoo…)

23 09 2009

[da La Provincia di Como]

COMO. I comaschi il loro lago non lo vedranno «quasi più». A dirlo non è qualche ambientalista arrabbiato e neppure un consigliere di opposizione, bensì l’assessore alle Grandi opere Fulvio Caradonna. Nel corso della trasmissione «30denari» ieri sera a Etv (la televisione locale, ndr), rispondendo alla domanda provocatoria della portavoce dei Verdi Elisabetta Patelli «ma allora il lago non lo vedremo più?» ha confessato: «Non lo vedremo quasi più». L’allarme lanciato nei giorni scorsi da Innocente Proverbio, il pensionato che si è accorto della scomparsa del lago, non è dunque campato in aria. La maxi opera anti-esondazione cancellerà il lago su almeno il 60% della lunghezza del lungolario, ha ammesso il direttore dei lavori Antonio Viola.
Affermazioni che gelano le speranze di chi già sognava a un ripensamento sul livello delle tanto contestate «sedute» realizzate tra i giardini e piazza Cavour. Sedute in alcune parti decisamente più alte rispetto al progetto originario, al punto da non consentire più ad automobilisti e pedoni sul lato opposto della strada di vedere il primo bacino.
Il muro che scippa il lago ai comaschi, nel frattempo, si è  scoperto essere stato costruito anche senza l’approvazione del Comune…
Mentre infuria la polemica sull’improvvisa crescita del muro e sull’approvazione che non c’è alla variante dell’opera, gli amministratori a Palazzo Cernezzi chiedono di far luce sulla vicenda. Il presidente del consiglio comunale, Mario Pastore (Pdl), sta pensando di convocare una seduta straordinaria dell’Assemblea in cui visionare planimetrie e plastico dell’opera per comprendere quale sarà l’impatto finale del progetto per la città di Como (ndr. scusate, fatemi capire, adesso controllate le planimetrie??? a lavori in corso???!!!)
Il Comune, sempre nella sua nota ufficiale, ieri è tornato sulla possibilità di tagliare parte del muro limitandosi a precisare che sono stati chiesti interventi «per mitigarne le dimensioni». Ma per un sindaco Bruni che il giorno prima promette «abbasseremo l’altezza», c’è un assessore (ancora Caradonna) e un tecnico (ancora Viola) che il giorno dopo chiariscono: «Se la difesa dalle esondazioni verrà meno, non si potrà intervenire».
Per le giornate di oggi e domani, intanto, sono stati programmati i sopralluoghi da parte dei consiglieri comunali al cantiere: oggi i rappresentanti dell’Assemblea di Palazzo Cernezzi saranno sul lungolago dalle 17, domani alle 11. Ad accompagnarli lo stesso assessore alle Grandi opere. Contro il quale, ieri, si è scagliato ancora Mario Lucini. Nel chiedere chi abbia deciso, in Comune, di sottoporre la variante d’opera all’amministrazione provinciale senza alcun mandato formale (nella solita nota di Palazzo Cernezzi si legge che «l’intervento di modifica rientra pienamente nella discrezionalità di competenza dello stesso direttore lavori»), il consigliere del Pd è sbottato e ha puntato il dito contro Caradonna e Viola: «Vi sembra possibile che una decisione simile la possiate prendere voi due?».
«Ragioni di sicurezza», hanno chiarito gli interessati. Ma intanto, per dirla con Elisabetta Patelli, «il lungolago è compromesso». O, per dirla con l’assessore: «Il lago? Non lo vedremo quasi più».


Esiste un sito (http://www.nuovolungolago.it/) che mostra in pompa magna come e quando verra’ realizzata la “grande opera” anti-esondazione sul lungolago. fissate bene le immagini di “come sará” a lavori finiti! poi ne riparleremo. In ogni caso Como “era” famosa nel mondo intero per l’incantevole paesaggio naturale che il lago e le sue sponde “offrivano”, e che richiamavano migliaia di turisti ogni anno. Non potro’ biasimare Mr Smith o Messieur Baguette se preferiranno godere delle bellezze INCONTAMINATE e ottimamente PRESERVATE del lago Maggiore o del lago di Lugano… Possiamo comprendere il disagio provocato dalle esondazioni (e chissa’ chi ci abita nei palazzi che si affacciano sul lungolago?) – quante? una ogni due anni? – ma il sospetto che dietro a questa maxi operazione ci siano interessi loschi… Come e’ possibile che i consiglieri comunali non conoscessero le reali disposizioni progettuali? “Il muro pensavamo fosse piu’ basso, lo abbassaremo, no non si puo’, tornerebbe il rischio esondazione, mi prude il culo, oddio ho lasciato la macchina in sosta vietata…”. Siete dei mafiosi suvvia… incompetenti per giunta!

Concittadini! chi il martello (per quei due o tre anche la falce), chi un badile, o una mazza, delle molotov, qualsiasi cosa… ma tiriamo giu’ quel muro!!!!

ps. invito un qualsiasi violoncellista comasco ad andare in prossimita’ del muro e suonare le Suites di Bach… a buon intenditore poche parole!




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2 responses

25 09 2009
Anonimo

Fa benissimo George Clooney a cercare casa sul lago Maggiore!!!

29 09 2009
giorgio

C’è da chiedersi come si possano ancora fare certe cose e , soprattutto ,come possano farle con leggerezza le amministrazioni comunali con i soldi dei contribuenti.

premesso ciò mi preme andare un pò più al cuore della questione, l’esondazione del lago.

A Como,fortunatamente, non è poi così frequente trovarsi con l’acqua alta , non vi è necessità di rendere, “sicura” la città perennemente, Como ha già le sue mura, di tutt’altra epoca, funzione e fascino.

A Como basterebbero , come peraltro hanno altre città europee, delle barriere temporanee antiesondazione, delle barriere cioè che si montano e smontano rapidamente solo in caso di emergenza, senza intervenire drasticamente rovinando e deturpando il paesaggio

Facendo con estrema semplicita’ una ricerca in internet e digitanto “antiesondazione” in un motore di ricerca ci si imbatte ad esempio in un prodotto Italiano con brevetto europeo chiamato AQUADIKE
Aquadike è una barriera antiesondazione componibile temporanea che sostituisce i vecchi sacchetti di sabbia, è facile e rapida da posizionare in più è riutilizzabile ed interamente riciclabile .
http://www.aquadike.com

Aquadike è un sistema antiesondazione composto da moduli in robusto e riciclabile polietilene che si incastrano longitudinalmente uno con l’altro che consentono di formare lunghe e solide barriere di protezione in grado di adattarsi alla configurazione del terreno.
Una barriera così si posa in opera senza alcuna infrastruttura in alveo, costa molto meno di opere “inutilmente faraoniche” e il peso ridotto dei moduli di cui è composta ne permette un’agile movimentazione e richiede un esiguo numero di persone che in poco tempo possono così erigere una efficace barriera all’acqua.

Sistemi come questo, a fine emergenza sono rapidi da smontare e sono subito pronti per un’altro intervento, magari in altre zone della citta’ o della provincia .
La spesa sarebbe sicuramente di gran lunga inferiore, non si deturperebbe il paesaggio, si potrebbero usare ovunque ve ne sia bisogno, vicino a fiumi, laghi, case od altro.
Ora mi domando, non vanno forse bene per Como e la sua provincia? Saranno stati presi in considerazione?

grazie

Giorgio

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